lunedì 31 luglio 2006

Dixit


"Poca coesione politica, liberalizzazioni difficili. Non vedo un reale sforzo di ridurre la spesa."
Chi osa pronunciare queste aspre parole da opposizione agguerrita al Governo? Forse un Berlusconi abbronzato dalla Sardegna, o il sempre tagliente Tremonti.
La dichiarazione riportata, insieme a molte altre frasi al vetriolo che tralascio fa parte di un'intervista molto critica con il governo rilasciata all'autorevole Wall Street Journal da Luca Cordero di Montezemolo.
Proprio lui? Proprio uno dei piu' convinti sostenitori del bisogno di cambiamento al timone del paese Italia? Chissa', forse qulcuno ora si appellera' alla traduzione e alla difficolta' di comprensione dell'imprenditore italiano. Sembra invece che abbia capito benissimo, con qualche mese di ritardo che non fanno certo di lui l'uomo illuiminta per il quale si spaccia.

Bentornata!

“Welcome back to the US” mi ha detto l’ufficiale della dogana al JFK. Ero stranamente silenziosa e gli ho detto solo un timido grazie, lui ci è rimasto un po’ male. Ora lo ringrazio di nuovo a distanza, perché ho “sentito” il bentornata da NY.
Appena arrivata nell’appartemento mi sono sentita disorientata e ho deciso di fare un giro per capire cosa ci fosse introno a me. E… Ho preso il mio Tall Coffe Frappuccino da Starbucks dietro l’angolo e ho cenato con il sushi di Whole Food, ho comprato delle pesche che fanno invidia alle nettarine di Romagna e una tanica da 5 litri di acqua del Maine. Non mi sono ancora applicata nello shopping, ma ho guardato bene cosa mi circondava. Saranno delle bellissime giornate.
Città favolosa, piena di vita, facilissimo perdersi. Anzi, credo che il mio imbattibile senso dell’orientamento andrà presto a farsi benedire.
E domani si inizia con le lezioni, al Metropolitan di Soho, Altro quartiere, altre scoperte. Con il mio Venti Coffe Light Frappuccino, Perché la mattina la inizio così!

giovedì 27 luglio 2006

Eccessiva attenzione

Museo Madame Tussaud di New York. E' stata esposta una bambina. Una bambina di cera. Questa:

E' la figlia di Angelina Jolie e Brad Pitt insieme alle statue del padre e della madre.

C'è chi commenta la particolare somiglianza tra la statua e la bambina; io preferisco riportare la notizia e non commentare. Vedi titolo.

Editoria quotidiana

Finalmente è diventato ufficiale quello che si sapeva ormai da tempo: La Repubblice ha superato Il Corrierone nel numero di lettori. Questo emerge dai dati diffusi oggi da Audipress 2006/I che cumulano i dati Autunno 2005 (tra il 19 settembre 2005 e il 31 dicembre 2005) con la Primavera 2006 ( tra il 13 marzo 2006 e il 18 giugno 2006).
La Repubblica 3.003.000; il Corriere della Sera 2.700.000. E l'outing politico di Mieli è complice di questo risultato, inutile ignorare questo elemento.

Aggiungo anche e con grande piacere che il quotidiano che ha fatto registrare la crescita maggiore nel periodo monitorato è Libero (+37,1%). E il suo trend positivo continua!

E se Silvio sfogliasse la Margherita?

Berlusconi è stato invitato alla festa nazionale della Margherita che si terrà il prossimo settembre. E questa è di per sè una notizia che merita una certa rilevanza. Se si aggiunge anche il commento del Cavalire che si è definito "tentato" dalla proposta, si apre un caso. Trasparlamentare.
Che si stia avviando la stagione del dialogo parlamentare? In questo caso ci aspetta un autunno rovente.

Scudetto 2005-2006 all'Inter

La Figc ha deciso: lo scudetto dello scorso campionato è assegnato di diritto all'Inter.
Non c'era proprio modo migliore per farli vincere dopo non so quanti anni. Forza interisti, via ai caroselli e alle bandiere alle finestre. Se ne avete il coraggio...

lunedì 24 luglio 2006

Diplomazia Creativa di Luca Telese

Signore e signori, è nato «il facilitatore»: miracoli della «neo-lingua» prodiana, grazie al nostro beneamato premier il vocabolario nazionale, nell'Italia «dei più buoni», si arricchisce di una nuova parola. Non è - come si potrebbe pensare a prima vista - il nome di un corso della Cepu, e non si tratta nemmeno di un potente lassativo, ma del sogno di un premier. Anzi di più: «il facilitatore» è nato, quando Romano Prodi, dovendo descrivere un ruolo che non esiste nell'attuale crisi internazionale (il suo), ha pensato bene di coniare un nuovo termine, cosa che nel nostro Paese, chissà perché, fa sempre un certo effetto.A Prodi infatti, non bastava più la parola «mediatore», perché, come dice lui stesso, «Un mediatore ha in mano termini e limiti circostanziati e un quadro di riferimento preciso nell'ambito di un mandato» (e lui non ha né l'uno né l'altro). Però, giustamente, non volendo essere da meno di Silvio Berlusconi, che si era conquistato la scena internazionale con la diplomazia dell'invito, con la saga dell'«amico Putin», con i grandi viaggi in America e cappello da cowboy, ecco che il premier dell'Ulivo si è inventato la diplomazia del «telefono amico»: lui non ha mandato, non ha termini, limiti o potenzialità, ma in ogni caso telefona. Telefona perché siamo il paese dei cellulari, perché «una telefonata allunga la vita», perché sembra di essere nel meraviglioso spot di Aldo Giovanni & Giacomo - un cult - quello in cui Aldo si inventa di aver avuto un bambino, riceve centomila chiamate, si dilunga sui particolari (peso, altezza, salute) per poi rivelare a Giovanni e Giacomo che il figlio non lo ha avuto, e che però - Mìiingghia! - le chiamate di congratulazioni gli ricaricano la scheda (Mitico). Ecco, nell'Italia dell'Ulivo, questa meravigliosa invenzione semantica, «il facilitatore», è la figura che mancava per mettere in campo la nostra nuova arte, la diplomazia del fantastico, quella per cui nessuno può ragionevolmente credere che Prodi abbia qualche remota possibilità di mettere d'accordo Olmert e Ahmadinejad. Non puoi farlo, certo, ma intanto ottieni l'effetto che la parola circola, che i giornali devono scriverci su (anche questo articolo, per esempio), che nei tiggì della sera la tua foto va in onda con i grandi della terra: pubblicità. Insomma, «l'avvicinatore» sta ai «mediatori» come il leggendario Gabriele Paolini (l'autoproclamato «profeta del condom») sta alla televisione, come la meravigliosa ministra Giovanna Melandri alla finale della coppa del Mondo: sono sempre «dietro» a una notizia di cui non sono protagonisti, ligi alla massima che se sei nell'inquadratura del servizio qualcuno potrebbe convincersi che eri anche nell'evento. Diceva il maestro Orson Welles: «Quando il titolo è grande, la notizia diventa subito importante». Purtroppo non sempre è così, e «l'avvicinatore» Romano Prodi talvolta sembra Nino Taranto-Achille Scorzella, il protagonista di un indimenticato classico in bianco e nero della commedia all'italiana, È arrivato l'accordatore. In quel film, Taranto recitava la parte di un povero diavolo affamato, che capitato per caso al pranzo di gala di una famiglia di ricconi, pur di mettersi a tavola, faceva credere di essere appunto «l'accordatore», l'atteso tecnico che doveva rimettere a posto le corde del pianoforte della giovane pulzella di casa (Sophia Loren). In quel film Achille Scorzella ne fa di tutti i colori, viene invitato a tavola per evitare che si resti in tredici, arriva a fingersi ambasciatore, ma succede di tutto, e lui non riesce a mangiare mai. Così, la cosa che ti viene in mente, quando soppesi la splendida leggerezza effimera di quella paroletta a cui Prodi affida i sogni di grandeur della diplomazia mortadellata, è che «il facilitatore» sia una sorta di beffa educativa: al nostro premier che si propone come lubrificante della grande politica mondiale, servirebbe davvero «un mediatore» serio, vecchia scuola, magari anonimo e con un nome incomprensibile (in questi ruoli sono fantastici gli svedesi e gli indiani) che lo aiutasse a trovare un accordo fra i falchi e le colombe della sua stessa coalizione, uno «Scorzella» che riuscisse a trovare l'impossibile quadra fra le intemperanze umorali e il sarcasmo nero di Massimo D'Alema da un lato, la rabbia radicale e le posizioni «senza se» e «senza ma» di Gino Strada dall'altro.Perché è chiaro che se mai «un facilitatore» riesce a mettere pace nell'Unione, il giorno dopo risolve anche la questione palestinese. E poi gli danno pure il Nobel. Mica «facile».

venerdì 21 luglio 2006

Testimonianza indiretta

Pubblico la lettera che ha scritto un ragazzo che conosco di origini libanesi.
Per riflettere.
Nel nostro paese ci siamo resi conto che stava succedendo qualcosa di grave solo da un paio di giorni. L'argomento principale degli organi di informazione televisiva, che sono i più seguiti, è stato troppo a lungo la testata data a Materazzi. Sull'argomento il Tg1 e Giorgino hanno anche avuto il coraggio di azzardare una serata di approfondimento. Sulla testata intendo, non certo sulla situazione del Medio Oriente.
Ora che siamo più consapevoli, o almeno si spera, cerchiamo di aprire bene gli occhi.



Ciao ragazzi,

Conoscete tutti le mie origini (libanesi) e le mie idee politiche (liberali di destra).

Sono pienamente d'accordo sul fatto che israele vuole anientare hamas e gli hezbollah, ma che lo faccia in maniera MIRATA, UMANA e rispettosa nei confronti dell'indifesa popolazione Libanese.
Libanesi, i quali hanno solo una colpa: quella di aver avuto troppo poco tempo a disposizione per rinforzare un'esercito pronto per cacciare gli hezbollah e continuare un futuro di pace con israele.

Nota Informativa: Il Libano dispone di un esercito assolutamente pacifico composto da poco piu di 1000 soldati muniti solamente di fucili, senza nessun mezzo pesante, marina o aviazione.
Inoltre l'esercito libanese ha dato e continua a dare CARTA BIANCA a israele sul da farsi, consapevole che il terrorismo è il cancro del mondo arabo.

Da parte mia, non sopporto il fatto che una parte del mondo politico possa solamente giustificare l'attacco, ripeto giusto da parte mia, d'israele e allo stesso tempo IGNORI completamente questo: CRIMINE UMANO nei confronti della popolazione libanese.

Vi informo inoltre per chi gia non lo sapesse, che ieri sono riuscito tramite l'unità di crisi di roma e l'ambasciata italiana a prenotare il rientro di mio PAPA' e sua moglie sulla nave militare italiana pronta per l'ultima evaquazione italiana da beirut per domani mattina.

Disastro mondiale

Ho rotto un filino dorato lungo un centimetro. Ho rotto uno dei 7 filini dorati della presa Fasweb del mio iBook. Ho rotto il filino della connessione Internet. Ho rotto il mio mondo.
Sono abituata navigare tutto il giorno, in particolare tengo sempre aperti i siti di iformazione che si aggiornano in tempo reale come IlCorriere e ora, senza Internet mi sento una donna a metà.
Vago come un'anima in pena per Milano.
Stamattina ho tentato un approccio al WiFi nel giardino in via Molino delle Armi. Fallito. Connessione totalmente assente. Oggi pomeriggio andrò al Volo, che, teoricamente, dovrebbe garantirmi il servizio wireless con in più il confort e l'aria condizionata che mancavano al parco. Nel frattempo mi rilasso con i computer che Mamma Bocconi gentilmente mi fa utilizzare, ma è una magra consolazioe. Perchè io sono Mac dentro e i Pc proprio non li digerisco.
Inoltre ho il sospetto che non sarà così facile oggiunstare quel microscopico filino dorato. E soffro. DIsperata.

Andrea's version imperdibile

Freniamoli, frenateli, facciamo qualcosa, perché l’intenzione è buona ma lasciati da soli rischiano di prendere una brutta china. Parliamo a ragion veduta, ne sappiamo qualcosa, noi, dell’elogio dell’Impuro. E’ che ieri Repubblica faceva impressione. Il tempio dell’etica, della superiorità morale, della coscienza, della coerenza senza se e senza ma, che trasudava realismo. Massimo Giannini: “I Caruso e i Cannavò, i Bugio e i Regolo, le anime belle che vivono di puri principi e di assolute certezze, applicano la loro consueta logica rovesciata”. Claudia Fusani a Paolo Cacciari: “Si è dimesso per un problema etico e di coscienza? La politica non sempre ha queste priorità”. Michele Serra: “Che cosa è peggio? Deludere se stessi, macchiare la propria immacolata concezione della politica, o mettere nei pasticci una maggioranza? In politica tra l’altro, come nella vita, ‘purezza’ è un concetto fortemente sospettabile di razzismo. Meglio impuri”. Minchia, se siamo d’accordo. Ma andateci piano. Vogliamo tutti insieme, come secondo passo, limitarci alla fondazione del circolo: “Lo zozzo giustifica i mezzi?”.

In ritardo

Sono in ritardo ma lo segnalo comunque. Non sarà andato a ruba.

Poveri ma ricchi
Comprate oggi il Foglio, in omaggio c'è il libro di Filippo Facci sulla favola del grande declino italiano. Una balla elettorale che ha funzionato, come quella che Moggi taroccava i campionati.
20 luglio

ragazze belle - brutte

La mia teoria è questa: le ragazze belle hanno un sacco di opportunità in più. Molte di più rispetto anche ai ragazzi belli. Piacciono a molti più uomini, non sanno cosa significhi sentirsi trasparenti, sicuramente se una sera escono con le amiche e vanno in qualche locale riceveranno come minimo qualche complimento o qualche sguardo eloquente, saranno notate in un gruppo di sconosciuti, ci sarà qualcuno che chiederà di loro e si darà da fare per avere il loro numero.
Una ragazza brutta passera’ un sacco di tempo in piu’ nel decidere cosa mettersi per tentare di nascondere i suoi difetti, salvo poi non venire nemmeno degnata di uno sguardo quando vicino a lei ci sarà qualche esemplare di ragazza bella.
Le belle avranno molta più sicurezza in se stesse, si sentiranno importanti e per questo avranno molta meno paura di affrontare la vita. Una ragazza bella si può vestire come vuole, se si veste di merda starà comunque bene, anzi sarà un tipo originale, mentre se una ragazza brutta azzarda un po’ di più sarà subito orribilmente criticata, sicuramente dalle altre ragazze.
Una ragazza bella avrà l’imbarazzo della scelta quando vorrà stare con qualcuno, può tranquillamente sbeffeggiare chi non le piace, una ragazza brutta nelle rare occasioni in cui viene notata deve stare attenta a non buttare via niente, non può permettersi di essere troppo esigente.
Nel lavoro, chi credete assumeranno a parità di qualifica tra una brutta e una bella? Per qualsiasi lavoro. A meno che il datore di lavoro non sia una donna invidiosa.
Una ragazza bella anche se ha un carattere terribile o è antipatica almeno all’inizio sarà sicuramente accettata per il suo aspetto, una brutta no, dovrà darsi da fare molto di più.
Lo so che sembra una teoria da zitella acida, ma mi sto sempre più convincendo che sia davvero così. Certo, ci sono anche altre doti che contano indubbiamente, e in molte situazioni la bellezza al massimo può essere un buon biglietto da visita, che però va poi integrato con qualcos’altro, quello che mi fa incazzare è quanto conta questo biglietto da visita, quando ci si perde a non averlo, quanto diventiamo matte nel cercare di conquistarlo. Gli uomini non sono così, a loro interessano di più altre cose. Quante donne bellissime stanno con uomini brutti? Tantissime, e non tutte solo per i soldi, o altro. E quanti uomini belli stanno con donne brutte? Così sul momento non me ne viene in mente neanche uno, ma sicuramente molto molti meno. E’ proprio che noi donne abbiamo un modo diverso di esplorare il sesso opposto secondo me. Vabbe’, per ora le cattiverie sono finite.

mercoledì 19 luglio 2006

Polito al Foglio

Antonio Politi su Il Foglio di ieri



Che cosa dovrebbe fare Israele? Tolti gli antisemiti, che pure ce ne sono tanti, tutti a sinistra ripetono che “ha il diritto di difendersi”, ma la reazione è “sproporzionata” (è addirittura “squilibrata” per Putin, che evidentemente si ispira al modello di equilibrio da lui stabilito in Cecenia). Va bene, discutiamo di questo: Israele ha il diritto di difendersi ma dovrebbe farlo in altro modo.

Quale? Gli attacchi e i rapimenti di soldati che hanno scatenato questa crisi sono partiti da Gaza e dal sud del Libano. Si tratta dei due fiori all’occhiello della politica dei “ritiri unilaterali” di Israele. Dal Libano si ritirò Barak nel 2000, da Gaza Sharon nel 2005 (leggete bene, voi cui hanno detto che Sharon è un criminale: “da Gaza Sharon nel 2005”, ndr).

Prima di questi ritiri Israele si difendeva occupando militarmente quelle terre. Non mi pare che gradissimo molto neanche quell’altro modo di difendersi. Due generali diventati premier ebbero coraggio, e se ne andarono. Si ritirarono dietro confini non fissati unilateralmente, ma riconosciuti dall’Onu.

Andando via dal Libano ottemperarono a una risoluzione delle Nazioni Unite che, allo stesso temo, imponeva lo smantellamento della milizia armata Hezbollah.

Si sa che la sinistra europea si inchina sempre alle decisioni dell’Onu, ma non risulta che si sia battuta molto per il rispetto di quella. Così Hezbollah, nato come un movimento di resistenza contro l’occupazione straniera, si è trasformato in un esercito di aggressione, in grado di reggere una guerra simmetrica con Israele grazie alle armi iraniane e siriane.

Che dici, Giordano, vogliamo mandare i Caschi blu a disarmarli?

La sovranità del Libano è una barzelletta, poiché la sua frontiera è affidata a un esercito privato di fanatici. Ed è sensazionale che nella sinistra italiana, pronta a scattare a ogni ingerenza politica del Papa, si possa provare simpatia per una cosa che si chiama il “partito di Dio” (per favore, lo dico soprattutto ai laicisti: rileggetevi questi quattro righi 100 volte, grazie, ndr).

Dunque Israele ha il diritto di difendersi, ma non così. Come allora? Le alternative sono varie.

La prima è quella che propugna la destra israeliana: non ritirandosi, e magari rioccupando. Ricordo alla sinistra italiana che la politica del ritiro unilaterale ha distrutto nelle urne la destra israeliana, lasciando Netanyahu con dodici miserabili seggi alla Knesset, e dando vita a una coalizione composta da Kadima, il partito fratello dei Dl di Rutelli, e dal Labour, il partito fratello dei Ds di Fassino. Ricordo alla sinistra italiana che il ministro della difesa di Israele, che comanda le operazioni militari, siede nell’Internazionale socialista. Una possibile alternativa all’attacco al Libano è dunque la sconfitta della Kadima dei ritiri e il ritorno al Likud delle occupazioni. E’ questo che volete? Convincere gli israeliani che ritirarsi è stato un tragico errore?

Oppure c’è un’altra alternativa. Tutti riconoscono che Hamas e Hezbollah operano con l’assistenza e talvolta con la guida di Damasco e Teheran. Israele potrebbe difendersi con rappresaglie in Siria e in Iran. Sarebbe più proporzionato?

Oppure c’è ancora una terza alternativa: dare la caccia ai capi del terrore, risparmiando i civili. Omicidi mirati? Mossad scatenato? Estraordinary renditions dei terroristi in ogni angolo del medio oriente? Chiediamo al Sismi di dare una mano? (bene, bravo, bis. Da standing ovation!, ndr).

Ma no, risponderebbero i teorici del diritto di difendersi altrimenti: l’altro modo è la pace con i palestinesi, due popoli due stati. Solo la chiusura definitiva della ferita può eliminare il male. Giusto. E perché, Israele non ci ha forse provato? Non ci ha provato con Rabin prima e con Barak poi? Non ha firmato a Oslo? E qual è il governo che oggi non riconosce quegli accordi, quello di Gerusalemme o quello di Hamas? (anche qui standing ovation!, ndr).

Se però si escludono tutti questi modi alternativi di difendersi, resta solo una possibilità logica: e cioè che Israele non abbia in realtà il diritto di difendersi perché la sua stessa esistenza è un’offesa, perché quella terra non era degli ebrei ed è stata rubata a un popolo che, finché Israele non è nata, non sapeva neanche di essere una nazione, non aveva uno stato e nemmeno lo rivendicava (rileggete bene per favore, ndr).

Lo stato di Israele è una “realtà oggettiva disegnata col compasso”, come scrive Scalfari, ma fonte di così tante noie e fastidi per noi europei, e di così tante sofferenze per i suoi nemici. I quali, almeno, hanno nei loro cuori la speranza. Essi possono dire ai figli: non sarà adesso, non sarà tra una generazione, ma prima o poi li butteremo a mare, perché noi saremo sempre di più e loro sempre di meno.

Un israeliano di Haifa questa speranza ai figli non può darla. Può solo dir loro: continuate a difendervi, anche se la vostra capacità di farlo, la nostra deterrenza, diminuisce giorno dopo giorno, a ogni nuovo razzo Fajr che arriva da Teheran, a ogni nuovo missile Silkworm cinese, a ogni passo in avanti verso la bomba degli ayatollah. Non vorrei proprio essere un padre di Israele.

martedì 18 luglio 2006

I'LL CRY FOR YOU - EUROPE

Venerdi'.. vedi cosa cantero'


Never deamed that I could fall
But something's come over me
Now I'm sitting staring at the wall
Afraid for my sanity, yeah
The sound of your voice
The touch of your skin
Is haunting me, haunting me
I still try to come to my senses
But it's too late now
So I'm taking my chances
I wanna give you my heart
Give you my soul
I wanna lay in your arms
Never let go
Don't wanna live my life without you
But I know when you're gone
Like a fire needs a spark
Like a fool in the dark
Honey, I'll cry for you
Wondering why I'm running scared
From what I believe in
I know that love is just another word
To say what I'm feeling
For once in my life
The future is mine
It's calling me, calling me
I've been searching so long for an answer
But it's too late now
So I'm taking my chances
I wanna give you my heart
Give you my soul
I wanna lay in your arms
Never let go
Don't wanna live my life without you
But I know when you're gone
Like a fire needs a spark
Like a fool in the dark
Honey, I'll cry for you
I wanna give you my heart
Cry for you
I wanna lay in your arms
Cry for you
I wanna give you my heart
Cry for you
I wanna lay in your arms
Honey, I'll cry for you now

I don't agree with him

Il causus belli è questo articolo di Facci, pubblicato domenica.
[...]Il secondo italiano è Renato Farina, vicedirettore di Libero che ha collaborato coi servizi segreti, ha incassato denaro, ha contravvenuto alla legge e alla deontologia, ha coinvolto un ignaro cronista di Libero, ha lasciato nondimeno ignaro anche il direttore del suo giornale. Il mio pensiero su tutto questo lo tengo per me. L’autodifesa di Farina ha contemplato tuttavia una sua militanza “dalla parte dell’Occidente crociato ed ebreo” all’interno di una supposta quarta guerra mondiale, e con essa, dunque, una logica che stava meramente a dire: c’è una guerra, ero un soldato. Ed è questo, dato il suo comportamento dopo esser stato scoperto, che mi appare imperdonabile.
Un soldato non si cosparge il capo di cenere, non invoca pietà e perdono, non mischia il personale e il politico, non si ridicolizza poco dignitosamente nel tentativo di suscitare un po’ di pena nel suo velleitarismo eroico. Un soldato conosce i rischi che corre, sa che al mulino ci s’infarina, precipita sino in fondo al suo ruolo, si mette sull’attenti davanti alla corte marziale, non versa una sola lacrima e tantomeno ne versa tremila. Quindi in piedi, maresciallo Farina.

Ma del resto da un Contraltare cosa altro avrei potuto aspettarmi?

La serietà al governo 8

Dichiarazioni, smentite, ratifiche.
Se le trasferte al di fuori del territorio italiano sono così difficili per il Pres del Cons, gli consigliamo vivamente di rimanere ancorato alla dotta Bologna il più possibile. Perchè non ci piace fare queste figuracce davanti a tutti. A livello internazionale infatti quell'indiscrezione di «fonti diplomatiche italiane» su Ahmadinejad mediatore tra Israele e i suoi mortali nemici aveva creato qualche sconcerto.
Come se non bastasse la sua facciotta a far intuire con chi abbiamo a che fare.
RIASSUNTINO -con parole sue-
«Ho letto - dichiara in conferenza stampa - che avrei chiesto la mediazione dell'Iran. Non so come sia nata questa idiozia, ma non ho mai fatto mediazioni con nessuno». E spiega, a beneficio dei presenti, che per quanto lo riguarda, con la sua girandola di telefonate tra Damasco e Beirut, Teheran e Gerusalemme lui ha solo «cercato di facilitare i contatti» tra le parti. All'iraniano Larijani, spiega, si è limitato a riferire le condizioni dettate da Olmert «sull'urgenza di rilasciare i prigionieri israeliani e su quella che gli Hezbollah armati lascino il sud del Libano e non lancino più razzi verso Israele». E «guarda caso», sottolinea, sono proprio «le condizioni uscite pubblicamente», e riprese anche nel documento finale del G8. E conclude: «Un mediatore ha in mano termini e limiti circostanziati e un quadro di riferimento preciso nell'ambito di un mandato. Cosa che io assolutamente non ho».
A quando il prossimo vertice internazionale?

Bancarelle estive

Andrea Vitali, scrittore e medico di Bellano, vince il Premio Bancarella 2006 col romanzo " La figlia del podestà" (Garzanti). Ha battuto Pietrangelo Buttafuoco " Le uova del drago" (Mondadori), Massimo Carlotto e Marco Videtta autori di " Nordest" (e/o).
Io mi permetto di segnalare "Un amore di zitella", sempre di Vitali, romazo breve ma di piacevole lettura, delicato ed elegante: insomma perfetto nelle sere estive.

lunedì 17 luglio 2006

Sì, è lei!


Finalmente una notizia tra il serio e il faceto, una scherzosa notizia estiva. Un elicottero dei marines è precipitato da bassa quota perchè l'equipaggio ha tentato di avvicinarsi troppo al set dove la bella e bionda Kate Hudson, figlia della più celebre Goldie Hawn, stava girando una scena seminuda.
Orogliosa della bella e brava Kate, mi ritengo particolarmente felice anche per tutto quello che rappresenta questa ragazza: bellezza acqua e sapone -sul serio, non solo perchè è scritto sui giornali- fisico filiforme opposto alle curve chirurgiche che ogni giorno ci vengono propinate e nessun ritocco chirurgino, neppure piccino.
Insomma, i marines hanno proprio buon gusto!

La serietà al governo 7

da Il Giornale di oggi
Un documento del G8 chiede che cessino gli attacchi contro Israele, ma Romano Prodi fa fare una gaffe mondiale all'Italia: il premier ha chiesto all'Iran di fare da mediatore con gli hezbollah libanesi, dimenticando che proprio Teheran alimenta l'odio contro lo Stato ebraico. E gli hezbollah ieri hanno centrato Haifa con i loro missili.

Urge un corso accelerato di diritto internazionale e di storia contemporanea. Ma non stiamo parlando di un Professore?

domenica 16 luglio 2006

Nella buona e nella cattiva sorte...


Appena tornata da un week end intenso. Per il numero di chilometri percorsi, anche se in treno, per le emozioni provate, a volte troppe.
E così Sibilla si è sposata, io mi sono riappacificata e ho mantenuto intatto il candore latteo della mia pelle.
Matrimonio da favola, attorniata dalle persone che più la amano ma anche illustri "infiltrati con invito", vicine di casa, amanti di vario genere.
Ora gli sposi si deletteranno in un viaggio di nozze da sogno, lungo un mese. Io rimango a Milano a sognare i tropici e contare i giorni che mancano alla partenza per NY.

venerdì 14 luglio 2006

Sarà Suri?

Su giornali, riviste femminili, tabloid, siti internet impazza la caccia alla filia di Tom Cruise. E' nata, non è nata, perchè non è stata ancora fatta vedere, neppure agli amici più intimi. Queste le domande. Al momento nessuna risposta.
Una certezza io però ce l'ho. E' estate. Il bisogno di riempire le cronache e far chiacchierare sotto l'ombrellone raggiunge livelli imbarazzanti.

E veto sia

NEW YORK - Per la prima volta in due anni gli Stati Uniti hanno fatto ricorso all'arma del veto al Consiglio di sicurezza per fermare una risoluzione sul Medio Oriente che suonava come una critica alle scelte di Israele, nella fattispecie su Gaza. Ciò è avvenuto poco dopo che, in una situazione sempre più incandescente, il segretario generale Kofi Annan ha annunciato un tentativo di mediazione dell'Onu.

mercoledì 12 luglio 2006

Pensieri e parole

Hai presente quei litigi stupidi che nascono per un'inezia e si trasformano in questioni di principio? Hai presente quei momenti in cui si litiga per nulla, ma si continua a rimanere irati per non tornare indietro? Hai presente quelle piccole distrazioni che fanno crollare i rapporti più instabili?


Se hai risposto di tre volte si, sei la collega alla quale mi riferisco. O qualcuno a cui è capitata una situazione analoga.

Ora è il momento di dire: "Ognuno è responabile delle proprie azioni". Perchè, nonostante il bene che ti voglio, ho la più ferma intenzione di rimanere in questo limbo perenne, congelare la situazione e un giorno dovermi chiedere perchè abbiamo smesso di parlarci, senza trovare una soluzione. Ne sono talmente convinta da sopportare il dolore che mi provoca. Sicura al punto di dovermelo ricordare più volte al giorno. Allora mi chiedo chi ha iniziato, chi sta sbagliando, se posso far tornare indietro le cose... E capisco di essere la IperSentimentale di sempre, quella che instaura un legame affettivo anche alle penne che usa e che confida sempre troppo nelle persone. Quella che -nel bene e nel male- ama i rapporti conflittuali e se si affeziona lo fa con tutta se stessa. Quella che ha paura di incontrarti in corridoio per vedere quello sguardo di ghiaccio. Quella che sta chiusa in camera per illudersi che non si siano problemi. Quella che vorrebbe salutarti domani quando partirai.

Milano, 11 luglio 2006



Io c'ero. Una dei 60mila fans, la più inadeguata perchè ero totalmente ignara di cosa cantassero, chi fossero, cosa rappresentassero.
Dopo 2 ore di musica favolosa - che nemmeno gli Oasis dei tempi migliori - ho capito di aver partecipato ad un'adunata storica, un concerto magico. E mi è venuta voglia di ascoltarli ancora!

Piccole fan crescono.

martedì 11 luglio 2006

Istruzioni per piangere

“Lasciando da parte le motivazioni, atteniamoci unicamente al corretto modo di piangere, intendendo per questo un pianto che non sconfini nelle urla e tanto meno in un insulto al sorriso con la sua parallela e goffa somiglianza. Il pianto medio o ordinario consiste in una completa contrazione della faccia e in un suono spasmodico accompagnato da lacrime e da moccio, quest’ultimo nella fase finale, perché il pianto termina nel momento in cui ci si soffia energicamente il naso. Per piangere occorre fissare l’immaginazione su se stessi, e se questo risultasse impossibile perché è stata contratta l’abitudine di credere nel mondo esteriore, si ponga mente a un’anatra ricoperta di formiche o a quei golfi dello stretto di Magellano ove niun penetra giammai. Una volta arrivato il pianto, ci si copra con dignità il volto usando entrambe le mani con la palma in dentro. I bambini piangeranno con la manica della giacchetta sulla faccia, e preferibilmente in un angolo della stanza.

Durata media del pianto: tre minuti. ”

[Julio Cortazar]

lunedì 10 luglio 2006

Per favore

ora lasciate sventolare il tricolore senza scadenza. lasciatelo perchè rappresenta l'Italia sempre, non solo "il giorno dopo".

sabato 8 luglio 2006

http://dontdatehimgirl.com/

La mia idea si è concretizzata! Peccato che i risultati, come previsto da Complicata, non sono positivi.

Tacco-Punta-Tacco


Leggo la seguente notizia. "Una nuova specialità sportiva: si è corsa nella Piazza Rossa di Mosca la 100 metri sui tacchi alti. Un centinaio di donne si sono cimentate nella gara: in palio per la prima a tagliare il traguardo 100mila rubli (3700 dollari)"
Potrei mai non commentarla, mi chiedo. Certo che no!
Sono una malata di tacchi: più alti sono, più felice mi fanno. 9, 10, 12, 13 centimetri di verticale pura lussuria. E non oltre per motivi di fisica, perchè il tacco è un triangolo e non si può rischiare troppo sull'ipotenusa. Ma dove non arriva il tacco stiletto, supplisce la zeppa, non altrettanto goduiriosa ma di sicuro uguale effetto. Quindi è certo che avrei partecipato alla corsa di Mosca, anzi vorrei fosse riproposta a Milano. Saremmo in tante, tutte convinte devote della stessa religione. Chi ci offre uno spazio?

L'amore sia con te

vorrei avere te

questo e' secondo me uno degli inni d'amore piu' belli mai scritti:

Quando tu fra 1000 anni non sarai più così bella
e quando io con tutti i sogni me ne andrò su un'altra stella
se per due innamorati come noi un'altra vita c'è
L'amore sia con te l'amore sia con te e non ti lasci mai sola.
Quando tu fra due minuti aprirai ancora gli occhi
e vedrai due sconosciuti quei due ladri dei miei occhi
quando andrò a lavorare porterò in bocca il tuo caffè
con tutta la poesia che in un amore c'è
e di chiunque sia l'amore sia con te.
Ho messo le radici là sotto casa tua
e finché c'era la tua luce non andavo via
e quanti ne ho spiati di baci dell'addio
come una sentinella infreddolita c'ero io nella tua vita
E quando tu fra 1000 anni morirai di un altro amore
quando tu che adesso dormi dormirai su un altro cuore
quando tu cadrai da un sogno e quando tu bisogno avrai di me
l'amore sia con te l'amore sia con te l'amore sia con te e non ti lasci mai.
Perché l'amore è il pane e in questa carestia
c'è gente che ne ha fame e gente che lo butta via
voglio il tuo amore per tutta la vita
e la vita che voglio è una vita d'amore con te
voglio vederti felice e smarrita
voglio vederti negli occhi la voglia
di essere donna e di tessere un figlio per me
per sempre l'amore sia con te l'amore sia con te l
'amore sia con te e non ti lasci mai

venerdì 7 luglio 2006

I care


Non tiferò Italia per poter dire senza vergogna "Forza Italia", non tiferò Italia per quel +1,3% punti di Pil che sono stati calcolati in caso di vittoria al mondiale, non tiferò Italia per spirito patriottico.
Tiferò Italia perchè vorrei veramente tu fossi il terzo radiocronista nella storia della Rai a poter dire "CAMPIONI DEL MONDO" e so che lo faresti con una gioia sconfinata, così appassionata da farti sbilanciare su un "Italia, forza!". Tiferò Italia perchè tengo a te e ogni tuo piccolo traguardo è come se fosse un po' mio.

LiberodiLunedì

Lunedì 10 luglio Libero sarà in edicola, edizione straordinaria post mondiale.

Mi sento molto vicina alla redazione che, abituata com'è a far vacanza, dovrà trattenersi in viale Majno anche la domenica. I miei pensieri sono soprattutto rivolti a Qualcuno che sarebbe dovuto pertire per le vacanze ed è stato richiamato all'ordine da Feltri.

Tutto questo per dire: lunedì prossimo si compra Libero!

martedì 4 luglio 2006

Non sparate sul farmacista

Di Filippo Facci
Anzitutto ci sono farmacie che sono già simili a supermercati: vendono scarpe, cosmetica, cibi per cani e gatti, spaghetti precotti, occhiali da sole, soprattutto tonnellate di cosiddetti farmaci che sono blandi nell'effetto se non truffaldini nella sostanza: basti l'esempio dei dimagranti, e su questo vedasi le sentenze dell'Autorità Garante della Concorrenza circa le schifezze che arricchiscono i farmacisti meno scrupolosi. In secondo luogo va detto che i farmaci da banco che si vorrebbero appunto vendere anche al supermercato (con poche eccezioni, tipo analgesici e antidolorifici come Aspirina o Aulin) proprio perché relativamente blandi sono scarsamente necessari a chi li assume: da una parte dunque non s'intuisce l'urgenza sociale di una loro vendita capillare (se la sera stai male per davvero chiami il medico o il Pronto soccorso, non vai all'Autogrill a cercare un'Aspirina) mentre d'altra parte è garantito che si aprirebbe la strada a un consumismo farmaceutico all'americana laddove anche i bambini prendono pillole come caramelle.
Sicché, posto che la liberalizzazione dei farmaci da banco è un fenomeno comunque irreversibile (mettiamoci il fegato in pace) ricordiamo almeno un dato: col pur perfettibile sistema delle farmacie, da noi, la mortalità legata alla cattiva assunzione di medicinali è quattro volte inferiore che oltreoceano. Meditare.

sabato 1 luglio 2006

Much Ado About Nothing

Ho visto un servizo in tv dove si parlava del mondo dei transgender. Dichiarazione di guadagno medio giornaliero di un trans a Milano: tra i 500 e i 1000 euro.

E per la prima volta ho provato l'invidia del pene.