La location dove è girato lo spot in questione è una chiesa cattolica, austera e gotica. Una bella ragazza bionda con una profonda scollatura va a confessarsi. Il prete, visibilmente turbato dal decoltè della ragazza, ancora più che dal ciondolo reclamizzato, non riesce a terminare la confessione ed è costretto a lasciare il confessionale per andare a sua volta a confessarsi. Ovvero, ha commesso peccato, chiaramente il riferimento è ai pensieri impuri e poco clericali che possono aver attraversato la sua mente mentre guardava la ragazza. E non certo grazie al ciondolo che dovrebbe essere il protagonista dello spot. Ultima scena: la ragazza lascia la chiesa con un sorriso diabolico.
Si può possiamo anche accettare che si voglia evidenziare il carattere umano dei sacerdoti, che sono uomini prima di essere emissari di Cristo, ma il contesto è profondamente sbagliato. Il "letit motiv" dell'azienda Breil è "Don't touch my Breil", in questo contesto però non si sottintende un bisogno del religioso di avere il ciondolo, bensì un desiderio di natura fortemente carnale, in netto contrasto con il voto di castità. Il tutto avviene inoltre tra le sacre mura di una chiesa.
Inoltre non bisogna dimenticare che la confessione è un sacramento e come tale è un rito sacro della liturgia cattolica.
Questa pubblicità è mille volte peggio dell'ultima cena al femminile proposta tempo fa da Marithé e François Girbaud e prontamente ritirata, perché sommersa da una pioggia di critiche.
Su questo spot, ripetutamente trasmetto dai principali canali, nulla.
Dove sono le varie associazioni a difesa della morale cattolica, a difesa dei minori, a difesa dei gatti albini quando servono veramente?
Possibile che sia io l'unica scandalizzata e inorridita?
Non oso pensare cosa sarebbe accaduto se lo spot fosse stato girato in una moschea.