“Lasciando da parte le motivazioni, atteniamoci unicamente al corretto modo di piangere, intendendo per questo un pianto che non sconfini nelle urla e tanto meno in un insulto al sorriso con la sua parallela e goffa somiglianza. Il pianto medio o ordinario consiste in una completa contrazione della faccia e in un suono spasmodico accompagnato da lacrime e da moccio, quest’ultimo nella fase finale, perché il pianto termina nel momento in cui ci si soffia energicamente il naso. Per piangere occorre fissare l’immaginazione su se stessi, e se questo risultasse impossibile perché è stata contratta l’abitudine di credere nel mondo esteriore, si ponga mente a un’anatra ricoperta di formiche o a quei golfi dello stretto di Magellano ove niun penetra giammai. Una volta arrivato il pianto, ci si copra con dignità il volto usando entrambe le mani con la palma in dentro. I bambini piangeranno con la manica della giacchetta sulla faccia, e preferibilmente in un angolo della stanza.
Durata media del pianto: tre minuti. ”
[Julio Cortazar]
2 commenti:
un regalino, per non piangere ;-)
E regalo migliore non poteva essere!
Riccardo è stato superlativo.
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